Rosa Giuseppe Carlo di Antonio
Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare
Tenente di complemento 156° reggimento fanteria, nato il 6 aprile 1882 a Garbagna Novarese, distretto militare di Novara, morto il 25 luglio 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento.
L’Albo d’Oro riporta questo nominativo in due schede identiche per quanto riguarda il corpo d’appartenenza, data di nascita e morte, ma che si differenziano per il luogo di nascita: la prima Garbagna Novarese, la seconda Mortara. Sul registro degli “Atti di Morte” in Mortara risulta trascritto come nativo di Garbagna Novarese ma residente in Mortara, tutte le altre informazioni tranne il numero di reggimento concordano con i dati riportati sull’Albo d’Oro.
Motivazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare:
Rosa Carlo Giuseppe, da Mortara (Pavia), tenente complemento reggimento fanteria.
Comandante di una compagnia, diresse, con slancio, capacità e coraggio, il proprio reparto; nonostante l’intenso fuoco nemico, finché non cadde mortalmente ferito. – San Martino, 25 luglio 1915.
La salma esumata dal cimitero di Filanda Sdraussina e trasportata alla stazione di concentramento di Cervignano fu rimpatriata e tumulata il 14 ottobre 1923 nel cimitero di Mortara al colombaro n. 381.
Dal registro degli Atti di morte – Parte II – Serie C anno 1916 del Comune di Mortara:
N° 3 – Rosa Giuseppe
L’anno 1916 addì 12 di febbraio a ore antimeridiane 9 nella Casa Comunale Io Pastormerlo Luigi Assessore Municipale attelo l’impedimento del Sindaco e degli Assessori più anziani, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Mortara, avendo oggi ricevuto dal Comandante del 150° Reggimento Fanteria copia d’atto di morte del Tenente Rosa Giuseppe, ho per intero ed esattamente trascritta la copia medesima che è del tenore seguente:
Estratto dell’atto di morte del Tenente Rosa Giuseppe inscritto sul registro tenuto dal 150° Reggimento Fanteria a pagina 81 numero 79 d’ordine.
Il sottoscritto Tenente Oddone Ernesto incaricato della tenuta dei registri di Stato Civile presso il 150° Reggimento Fanteria Milizia Mobile dichiara che nel registro degli atti di morte a pagina 81 ed al numero 79 d’ordine trovasi inscritto quanto segue:
L’anno 1915 ed allì 25 del mese di luglio nella località di Monte San Martino mancava ai vivi alle ore …. In età d’anni 33 il Tenente Rosa Giuseppe del 150° Reggimento Fanteria Milizia Mobile, nativo di Garbagna provincia di Novara, figlio del fu Antonio e fu Invernizzi Antonia ammogliato con, vedovo di, morto in seguito a ferita, sepolto alla Filanda Sdraussina, come risulta dall’attestazione delle persone a piè del presente sottoscritte:
Firmato soldato Bliennio Giovanni – firmato Tenente medico Trezzi – l’Ufficiale di Amministrazione firmato T. Addone.
Eseguita la trascrizione ho munito del mio visto ed inserita la copia medesima nel volume degli allegati a questo registro.
L’Ufficiale dello Stato Civile L: Pastormerlo
Brigata Alessandria
(155° e 156° Reggimento Fanteria)
Costituita il 1° marzo 1915: il comando di brigata ed il 155° formato fin dal 2 febbraio; dal deposito del 37° fanteria: il 156°, costituitosi il 26 marzo 1915, dal deposito dell’89° fanteria.
Anno 1915.
Il 2 giugno la brigata, assegnata alla 30ª divisione, raggiunge la zona Lonato-Desenzano e vi intraprende un periodo di esercitazioni e di allenamento.
Trasferita sulla fronte isontina, il 7 luglio arriva, per ferrovia, a Cormons e si disloca fra Brazzano e S. Rocco di Brazzano per spostarsi il 12 fra Tapogliano e Campolongo.
La imminente nostra offensiva prepara per la brigata un cruento battesimo di fuoco. Il 20, raccolta fra Versa ed il ponte del Torre, entra in azione, ma i reggimenti non combattono ai suoi ordini diretti. Il 155°, passando per il ponte di Sagrado, si porta alla Filanda di Sdraussina a disposizione del comando della 22ª divisione e punta, il 25 luglio, contro il Bosco Cappuccio ed il Bosco Lancia, sostenendo, nei giorni 26 e 27, ripetuti attacchi che fruttano la conquista di qualche elemento di trincea.
Il 28 i due battaglioni I e III, sono ritirati in riserva a Sdraussina, mentre il II continua a combattere con altri vantaggi territoriali conseguiti il 31 luglio, nel qual giorno riesce a portarsi avanti di 150 metri. Sono poi richiamati in linea anche i battaglioni I e III e così tutto il reggimento sostiene una lotta accanita sul Bosco Cappuccio durata sino al 17 agosto nel qual giorno è inviato a riposo fra Versa e Medea.
Il 156°, messo a disposizione del comando della 21ª divisione, invia, il 21 luglio, il I battaglione a concorrere alle operazioni verso Bosco Cappuccio, e gli altri due contro le posizioni di q. 170 -Monte S. Michele. Il nemico, con due attacchi consecutivi, riesce a sfondare la fronte fra la Sella di S. Martino e M. S. Michele, ma ne è ricacciato e respinto fino alla vetta, del M. S. Michele, perdendo oltre 500 prigionieri. L’azione continua intensa ed il 156°, il 25, ha il compito di agire dimostrativamente verso la Sella di M. S. Martino, contro la quale i suoi battaglioni, specialmente il II, si accaniscono in una lotta tremenda, che mentre arresta ogni attacco avversario, consente ulteriori vantaggi territoriali. In questa sola giornata, le perdite del reggimento sono di 13 ufficiali e 390 militari di truppa quasi tutti del II battaglione.
L’attivo contegno del nemico su questa fronte mantiene sempre accesa la battaglia. Il 156° passa intanto alla diretta dipendenza del comando della brigata Alessandria, che, dal giorno 11 agosto, assume la difesa del settore di destra della 30ª divisione, e ivi combatte ogni giorno per trattenere l’avversario e per impadronirsi di nuove posizioni atte a rendere più sicura la difesa dell’importante zona.
Dopo vari tentativi e piccole avanzate, effettuate giorno per giorno, il 19 agosto è completata l’occupazione del «boschetto rettangolare» sito a nord della strada di S. Martino. I riparti puntano ora nuovamente verso la Sella di S. Martino, contro la quale nei successivi giorni vengono sferrati ripetuti attacchi e qualche pattuglia riesce a raggiungere l’obbiettivo, che non può essere però mantenuto a causa del violento fuoco di artiglieria nemica. Il 24 agosto il 156°, sostituito dal 111° è inviato fra Meda e Versa a riordinarsi, mentre il comando della brigata resta in linea per dirigere le operazioni che gli altri riparti svolgono nel citato settore di destra della 30ª divisione.
Al n° 25 d’ordine del registro dei caduti risulta il Tenente Rosa Giuseppe
Il rimpatrio della salma
La salma viene riesumata dal cimitero di guerra di Filanda Sdraussina e trasportata il 2 ottobre 1923 nella stazione di concentramento di Cervignano, da dove con un picchetto della 2ª compagnia di scorta dell’Ufficio Centrale C.O.S.C.G.(1), e riparte il giorno 7 ottobre per arrivare definitivamente a Mortara.
Il feretro viene trasferito nella chiesa dei Padri Francescani e domenica 14 ottobre alle 15,30 con solenne cerimonia viene tumulato nella tomba dei Signori Pagani nel cimitero di Mortara. Il 28 aprile 1927 i resti riesumati vengono traslati definitivamente nel colombaro n° 381 dello stesso cimitero.
La notizia della morte del Professor Giuseppe Carlo Rosa
Il giorno 13 agosto 1915 un telegramma diretto al sindaco scandisce:
Informi sacerdote Rosa – Tenente Rosa morto – Comandante 156° reggimento.
Giungono al Sindaco di Mortara numerose richieste di conferma dell’avvenuto decesso del professor Rosa, primi fra tutti il Regio Ginnasio Giovanni Schiaparelli di Savigliano, e di Bruni Pietro di Garlasco
Savigliano 17 agosto 1915
Oggetto: notizie sulla sorte del Prof. Rosa.
Prego vivamente V.S. Ill.ma perché si piaccia di comunicarmi se risulta ufficialmente a V.S. la morte del Prof. Giuseppe Rosa, la quale sarebbe avvenuta, secondo notizie private il 26 dello scorso luglio.
Con ogni osservanza
P. il direttore
Prof. D. Lombardi
Illustrissimo
Sig. Sindaco Mortara
Sig. Sindaco leggo nel secolo di oggi 19 che è rimasto morto sul campo dell’onore il Tenente Rosa Prof. Giuseppe Carlo.
Desidero sapere se si tratta del Prof. Rosa di codesto ginnasio?
Grazie sentite
Bruni Pietro di Garlasco
Partecipazione dell’89° Reggimento Fanteria. Il 156° reggimento fanteria fu costituito il 26 marzo 1915, utilizzando militari dal deposito dell’89° fanteria.
Al Rev. Sig. Don Domenico Rosa
Mortara lì 20 agosto 1915
Adempio al doloroso dovere di partecipare a V.S., per incarico del Comando del Deposito dell’89° Reggimento Fanteria, che il giorno 25-26 Luglio pp. nel combattimento di Monte S. Martino è cessato di vivere l’Egr. di Lei fratello Tenente Prof Giuseppe Rosa.
Porgendo a V.S. ed alla Egr. sua famiglia le più sentite condoglianze del precitato Comando, vi unisco le mie personali, augurandomi che la causa gloriosa della morte del loro amato fratello possa essere di conforto al loro dolore.
Con stima
Per il Sindaco
Pastormerlo
Araldo Lomellino n. 34 del 20 agosto 1915.
Il Prof. Dott. Giuseppe Rosa
Una notizia ben mesta abbiamo ricevuto sabato scorso, una notizia che ha fatto piangere tanti amici: il Prof. Giuseppe Rosa è caduto da prode sul campo di battaglia!
Era giovane di fervido ingegno, di costumi intemerati, entusiasta dello studio, del lavoro, infaticabile.
E’ una di quelle figure che indelebilmente stanno impresse nella mente e nel cuore. Mite, senza pretese, visse per la sua infelice famiglia di cui cercò con ogni energia e con ogni sforzo di rialzare le sorti. Insegnò con profitto grande, circondandosi di stima e di venerazione nel Ginnasio e nelle Tecniche di Castel S. Giovanni; nel R. Ginnasio inferiore di Savigliano, nelle R. Tecniche di Macerata, nel Ginnasio superiore di Nuoro e di Savigliano. Partì come Tenente il 1° Giugno da Pavia, a capo della sua compagnia, appartenente al 156° Reggimento di Milizia Mobile.
A Pavia fu a salutarlo uno dei suoi più cari amici il Sac. Prof. Dell’Orbo, a cui parlò dei suoi ideali di soldato, delle sue speranze, cui confidò la sua compiacenza di aver potuto sollevare la famiglia.
Affermò che se ne andava in grazia di Dio a compiere il suo dovere. Partì con uno stuolo di giovani soldati affezionati ed entusiasti del loro Tenente.
E cadde sul campo. Nessun particolare si sa della sua morte. Il Signore volle coronare di gloria il suo servo fedele.
Noi ci inchiniamo riverenti e mandiamo un saluto all’eroe, cui preghiamo il premio che si è guadagnato e inviamo condoglianze alla desolatissima famiglia, particolarmente al Sac. M.o Domenico Rosa fratello del caro estinto.
(1) Nel 1919 con regio decreto viene così istituito presso il Ministero dell’Interno e sotto la direzione del Maresciallo d’Italia Armando Diaz la Commissione Nazionale per le Onoranze ai Militari d’Italia e dei Paesi Alleati Morti in Guerra. E, sempre con decreto legge, il 29 gennaio 1920 viene quindi affidato l’incarico di procedere nella raccolta e nella sepoltura dei morti al Ministero della Guerra (Direzione centrale di sanità militare), che con il decreto del 10 marzo dello stesso anno istituisce un Ufficio Centrale per la Cura e le Onoranze alle Salme dei Caduti (COSCG), che ha sede prima a Udine (sotto la direzione del colonnello Vincenzo Paladini, coadiuvato da Giannino Antona-Traversi-Grismondi) e quindi dal 1926 a Padova (dal 1927 sotto la direzione