VITA DI RETROVIA
Complementari alla mostra Lo «stereoscopio» del dottore presentiamo ora, come Comitato di Novara dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e Caduti Vigevano, le immagini scattate da un altro medico militare, il dott. Luigi Vercelli, anch’egli da subito richiamato alle armi per la Grande Guerra.
Le foto del tenente – poi capitano – medico Vercelli, ritraggono il primo periodo della sua esperienza bellica trascorso a Caprino Veronese, nelle retrovie del fronte trentino, che prelude a quello della vera guerra guerreggiata nei Balcani. Si configurano perciò come una sorta di prequel delle vicende che vivrà e narrerà nel suo diario pubblicato a circa un secolo di distanza dagli amici della Società Storica Novarese nel Bollettino Storico per la Provincia di Novara, CVII, 2016, di cui un assaggio è gustabile di seguito:
http://www.ssno.it/BSPNo/bspn_2016.html
e che correderà di numerose nuove immagini altrettanto straordinarie, impreziosite oltretutto da diversi spunti etnografici.
Parimenti complementare pare sia stata anche la vita dei due medici, l’uno, Sirtori, condotto, schivo, più alla mano, nato in città e trasferitosi sul lago, l’altro, Vercelli, illustre primario e clinico aggiornatissimo, più formale, nato tra i laghi e sceso in città. Uno, che non compare mai nelle sue fotografie, l’altro, che si fa spesso ritrarre: due figure nondimeno accomunate da passione e singolare perizia professionale ed eroismo sul «campo dell’onore», che il destino ha infine portato ad incrociarsi in un’altra guerra, quando Vercelli nel 1943-‘44 sarà anch’egli a Stresa a dirigere il convalescenziario per ufficiali.
Lo strumento che Luigi Vercelli utilizzò per scattare le sue istantanee fu ragionevolmente una macchina fotografica che utilizzava lastre in vetro dello spessore di 1-1,5 millimetri, il cui formato partiva da 9×6,5 centimetri. Utilizzando il bromuro d’argento come emulsione fotosensibile si otteneva l’indubbio vantaggio rispetto alle tecniche precedenti di poter scattare foto a più alta velocità. Le scatole delle lastre e la carta per la stampa erano comunque abbastanza costose e il fotografo, sempre molto attento prima di scattare, doveva essere sicuro di ottenere il massimo dallo scatto. Gli sprechi erano un inutile lusso e poteva spesso capitare, come si nota in alcune foto, di sovrapporre due scatti sulla stessa lastra. Considerando le dimensioni di quest’ultima, la maggioranza delle immagini venivano riprodotte a contatto sovrapponendo il negativo dalla parte emulsionabile della lastra alla carta sensibile. La carta utilizzata non necessitava pertanto di un trattamento in camera oscura: una volta inserita con il negativo in un torchietto da stampa oppure appoggiandovi sopra una lastra di vetro per appiattire il foglio ed evitare uno spostamento del negativo, poteva essere esposta per un brevissimo tempo alla luce solare e bastava un bagno di sviluppo e uno di fissaggio per ottenere un ottimo risultato. Le foto del dott. Vercelli sono perlopiù stampate in formato cartolina di circa 14×9 centimetri (nel testo saranno espressamente specificate quelle in formato diverso) e a margine egli annotava sovente il tipo di lastra utilizzato, la data, l’ora, le condizioni meteo, il tempo di esposizione dello scatto e la relativa apertura del diaframma. Il materiale impiegato si rileva prodotto principalmente dalle ditte Agfa, Wellington, Cappelli e Tensi.
Si ringrazia sentitamente la nipote, dott.ssa Antonella Vercelli, per averci concesso il materiale, per le minuziose ricerche online, per le acute osservazioni, per la redazione dell’introduzione e della dettagliatissima biografia, doveroso e affettuoso tributo all’insigne nonno, purtroppo mai conosciuto.
Insostituibili collaboratori sul campo i caprinesi dott. Franco Zeni, presidente del Comitato della Biblioteca-Museo Giovanni Arduino, e il prof. Vasco Senatore Gondola, insegnante, giornalista e direttore responsabile della rivista dell’ANA di Verona Il Montebaldo, che hanno riconosciuto precisamente i luoghi, spesso stravolti, a distanza di più d’un secolo. Last but not least, la dott.ssa Lucina Zeni della biblioteca di Caprino Veronese, per averci indicato i due valenti studiosi a cui rivolgerci e per l’invio dell’utile estratto dal n. 11 dei Quaderni Culturali Caprinesi.
Gian Luca Chiericati & Valter Marchetto.