Questo è il monumento ufficiale a ricordo dei Caduti vigevanesi, opera dello scultore milanese Ernesto Bazzaro fu eretto senza non poche polemiche nel 1927 ed inaugurato da S.A.R. il Principe di Piemonte Umberto di Savoia.
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Dal 1920 in poi in tutt’Italia crebbe il desiderio di ricordare i caduti della Grande Guerra, perciò in molti paesi e in molte città vennero eretti monumenti in memoria dell’immane conflitto. Anche a Vigevano nacque un comitato promotore per ricordare i caduti vigevanesi, oltre che con le due targhe ai piedi dello scalone del Municipio (opere dello scultore Alfredo Berengario Ubezio, vercellese di nascita ma di famiglia vigevanese), con un apposito monumento.
Una simile idea era già venuta nel 1918 a Cesare Seregni – il filantropo fondatore della Croce Verde – e s’era tradotta nell’allestimento d’un banco di beneficenza in Piazza Ducale, dal quale erano state ricavate 20.000 lire. Nel marzo del 1923 la locale Polisportiva dei Grassi aveva organizzato una gara podistica invernale sul campo della Fiera, aperta unicamente a concorrenti di sesso maschile, pesanti oltre 1 quintale e con un’età superiore ai 45 anni. L’evento era stato immortalato da Achille Beltrame in una delle sue famose copertine per la Domenica del Corriere (esattamente quella del 18 marzo 1923) e aveva fruttato altre 20.000 lire per l’erigendo monumento, che in un primo tempo avrebbe dovuto essere collocato al portone (dove termina la strada coperta) e che successivamente venne dirottato al piazzale Decembrio (oggi piazza Vittorio Veneto) , dove prese il posto di una preesistente fontana.
Il 20 novembre 1923 venne bandito un concorso nazionale per l’erezione dell’opera. La decisione era stata presa dalla Giunta Esecutiva del Comitato pro-Monumento, composto dalle sezioni vigevanesi dell’Associazione Nazionale Combattenti e dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, che s’era formato due anni prima. Il concorso prevedeva l’esposizione di tutti i bozzetti presso le “Scuole Nuove” (oggi “Regina Margherita”), in modo che il pubblico interessato potesse farsene un’idea, lasciando però la decisione finale a una commissione di tre esperti, formata da due celebri scultori e da un architetto oppure un critico d’arte.
In un primo tempo vennero scelti il Comm. Prof. Enrico Butti (insegnante di scultura presso l’Accademia di Brera) e il Prof. Beltrami; impossibilitati entrambi a prendersi carico della scelta, furono contattati come scultori il piemontese Prof. Annibale Galateri di Genola, Conte di Suniglia, e il Comm. Prof. Edoardo Rubino (insegnante di scultura alla Regia Accademia Albertina di Torino, che a Vigevano realizzerà 13 anni più tardi il monumento funebre del Vescovo Mons. Luigi Scapardini ospitato presso il convento delle Domenicane); come architetto la scelta cadde sul Comm. Ambrogio Annoni di Milano.
La Commissione Esaminatrice così composta si riunì nella palestra delle Scuole Nuove il primo maggio 1924 e, presa visione dei 46 bozzetti (tutti anonimi, recanti solo il numero progressivo e l’intitolazione), rivolse la propria attenzione su 6 di questi, aggiungendo la proposta di premiare ognuno di costoro con una cifra non inferiore alle 1.000 lire. Nella seduta del 6 maggio, infine, venne deliberato l’incarico dell’esecuzione del Monumento ai Caduti Vigevanesi (e le 150.000 lire di premio, comprese le spese per il materiale da impiegare) all’autore del bozzetto “Gloria ai combattenti”, che si scoprì essere il milanese Ernesto Bazzaro, noto per aver già lavorato a Cantù e, soprattutto, al Cimitero Monumentale di Milano.
La posa della prima pietra avvenne il 4 novembre 1924, presente l’autore, e fu benedetta dal vescovo Scapardini. Il monumento verrà inaugurato il 9 ottobre 1927 da S.A.R. il Principe di Piemonte Umberto di Savoia, venendo così incontro al desiderio del podestà Scotti. Il Comitato – attivo fino al 15 luglio 1927, giorno in cui si sciolse consegnando il monumento al presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra che, a sua volta lo fece avere all’autorità cittadina – raccolse in tutto quasi 240.000 lire; da questa cifra vennero avanzate circa 25.000 lire che furono consegnate a Bazzaro come pagamento per le modifiche apportate rispetto al bozzetto originariamente approvato (ad esempio l’Italia Vittoriosa che ebbe rivestite le proprie nudità per non offendere la sensibilità del Vescovo benedicente).
La scelta di quel particolare bozzetto, però, procurò una certa meraviglia: molti, infatti, si sarebbero aspettati un giudizio diverso rispetto a quello espresso dal Comitato. Si manifestò, quindi, una certa delusione mista a irritazione nell’apprendere che nessun espositore vigevanese (e concorrevano Ubezio, Giovan Battista Ricci e Cesare Villa, con bozzetti che, pur nell’anonimato, avevano ottenuto giudizi lusinghieri…) era stato proposto per un premio. Scoppiarono polemiche sfociate sui giornali locali dell’epoca in articoli su come fossero state effettuate le scelte e ci si domandò maliziosamente come mai tutti e sei i premi in denaro fossero finiti ad autori di Torino e di Milano, guarda caso le città da cui provenivano i tre della Commissione Esaminatrice…
A differenza dei bozzetti di Ricci (“Dovere italico”) e di Villa ( “La vita che mi desti, ecco ti rendo!”), quello di Ubezio (il n°47, intitolato “Patria Mente Cuore”) è stato ritrovato quasi intatto e, ricomposto, giace in uno stanzone della nostra Pinacoteca Civica assieme a parecchi altri gessi di scultori vigevanesi che attendono d’essere un giorno visibili dai visitatori della “ Casimiro Ottone “.
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(*) Per il giorno dell’inaugurazione del nuovo edificio scolastico, avvenuto il giorno 9 ottobre 1911, fu collocata nel piazzale antistante le scuole una fontana a forma ovoidale.
Gli ornamenti furono gettati in gesso dal sig. Moioli, su disegno dello scultore Cesare Villa, in attesa di tradurli in un secondo tempo in materia più solida.
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