Rinaldi Don Francesco (Pietro) di Giuseppe

 

cappellano militare

 

Rinaldi Pietro di Giuseppe

Tenente Cappellano C.R.I., nato il 21 novembre 1877 a Linguaglossa, distretto militare di Catania, morto il 20 novembre 1917 a Vigevano per malattia.

Araldo Lomellino n° 43 del 23 novembre 1917 pag. 2

All’ombra dei cipressi

La morte di un Cappellano Militare

Martedì 20 corrente nell’ospedale militare di riserva Scuole nuove è morto il

Padre Rinaldi D. Francesco – Tenente Cappellano

già addetto al 3° Treno Croce Rossa Italiana passato all’Ospedale da Guerra n° 15.

Padre Francesco Maria da Linguaglossa dei RR. PP. Cappuccini, di Pietro e di Vecchio Gesualda, Superiore del convento di Bronte (Catania) veniva inscritto alla Croce Rossa Italiana, addì 5 gennaio 1905.

Avendo fatto domanda da Cappellano in marzo 1915 veniva nominato il 12 giugno 1915: dapprima assegnato al Deposito indi all’Ufficio Revisione a Roma fino al 25 gennaio 1917. Riassunto l’incarico di Cappellano il 20 marzo 1917 veniva destinato a Messina all’ospedale Regina Margherita nel villaggio Regina Elena, mantenendosi fino alla chiusura di detto ospedale, lavorando indefessamente al bene di tanti e tanti malati e feriti.

Avvenuta la chiusura dell’ospedale di Messina fu designato il 6 giugno 1917 al 3° Treno Ospedale della Croce Rossa Italiana e tosto inviato a Treviso, di dove apprese il non facile compito di peregrinare di città in città sempre stando a conforto dei suoi cari ammalati e feriti, infaticabilmente accorrendo di barella in barella, a tutti rivolgendo parole confortanti e sollevando col suo far gioviale e allegro, lo spirito depresso dalle sofferenze dei valorosi ed eroici soldati.

La sera del 20 ottobre ebbe telegraficamente ordine di trasferirsi e prender posto di Tenente Cappellano all’ospedale da guerra n° 15, di dove viene ad incontrar quella serie di disagi che l’obbligano a darsi ammalato. Ricevette l’ordine il giorno 13 novembre di lasciare l’ospedale e recarsi al deposito di Mantova, ma pel viaggio s’aggrava sempre più; con fortissima febbre viene raccolto nell’ospedale di Monselice il 14 c.m. di dove con treno attrezzato viene trasportato all’ospedale militare di riserva di Vigevano arrivando il giorno 17 in condizioni abbastanza gravi.

Peggiorando il suo stato di salute e nulla giovando ogni cura del caso, rassegnato al gran passo, mentre già tantissimi Lui stesso aveva sì apostolicamente preparati, serenamente spirava la sera del giorno 20 novembre 1917 munito di tutti i conforti religiosi.

I sacerdoti vigevanesi per l’interessamento dell’Autorità Ecclesiastica e dei RR. Padri Cappuccini della città tributeranno all’egregio Cappellano Militare decorosi onori funebri nella Chiesa Parrocchiale di San Francesco.

* * * * *

La partecipazione della morte di P. Francesco da Linguaglossa nella città di Vigevano.

La morte di P. Francesco M. da Linguaglossa Cappellano Militare

Egli era stato ascritto alla Croce Rossa Italiana il 5 gennaio 1905: nominato Cappellano il 12 giugno 1915, fu chiamato a prestar servizio nell’Ospedale territoriale di Palermo il 6 agosto 1915.

Messo in disponibilità il 21 febbraio 1916. Riassunto in servizio in Roma il 3 dicembre 1916 e destinato al Deposito della Croce Rossa. Assegnato all’Ufficio Revisione il 15 gennaio1917. Destinato di nuovo all’Ufficio di Cappellano nell’Ospedale territoriale Croce Rossa “ Regina Margherita “ di Messina il 20 marzo 1917. Chiuso quest’ospedale, fu destinato Cappellano al 3° Treno Ospedale il 6 giugno 1917.

Vi rimase fino al 20 ottobre 1917, poiché detto giorno fu trasferito telegraficamente all’Ospedale da Campo n° 15 in San Giorgio di Nogaro. Dal 23 ottobre al giorno 9 novembre; molto soffrì nella ritirata fino che giunse a Vicenza. Là fu assalito da fortissima febbre, che non lo lasciò finché il 14 novembre fu raccolto nell’Ospedale di Monselice; ma continuando a star male, da Monselice fu trasferito all’Ospedale Militare di Riserva di Vigevano (Pavia) dove giunse il giorno 17 novembre 1917.

Ecco quello che in data 28 novembre 1917, Padre Cassiano da Boscomarengo, Superiore del Convento dei Cappuccini di Vigevano, scriveva al Padre Provinciale di Messina:

M.R.P. Provinciale,

il 17 novembre corrente anno, arrivava all’Ospedale Contumaciale di Vigevano il R.P. Francesco da Linguaglossa (al secolo Rinaldi Pietro) della provincia di Messina. Fui avvisato subito della sua degenza, nel detto ospedale, ed ottenuta dal Direttore la facoltà di accedervi corsi subito al letto dove giaceva il povero infermo. Mi ricordai allora di averlo visto nel mese di agosto di passaggio da questa città, ed avvicinandomi lo scorsi, lo interrogai, ma nulla mi disse; aperse solo gli occhi sonnolenti, mi guardò e poi li chiuse subito: era già in stato comatoso.

Però all’Ospedale Contumaciale di Vigevano per servizio in qualità di aiutante medico, il Padre Domenico da Boscomarengo, mio fratello germano, il quale appena vide giungere in barella il Tenente Cappellano cappuccino, corse a lui e fattolo deporre sopra una branda lo salutò, gli declinò la sua qualità di Religioso Cappuccino e gli ricordò che a Vigevano vi è il convento dei Cappuccini col Seminario Serafico. Oh rispose il P. Francesco sono capitato in buone mani; e aggiunse: sono della provincia di Messina, sto molto male, molto male !!

Poi disse più nulla, assolutamente nulla: il respiro si faceva più affannoso, ed io, chiamato d’urgenza, pregai il Rev.mo Cappellano Militare a voler amministrare al caro Confratello l’Estrema Unzione.

I medici dopo diversi consulti stabilirono la diagnosi detta malattia qualificata “ Uremia “ ed aggiunsero che dipendeva da cause di servizio.

Nessuna cura, nessun rimedio giovò, non dico per guarirlo, ma neppure per sollevarlo un tantino, ed alle ore 21,15 del giorno 20 novembre rendeva la sua bell’anima a Dio.

Intanto io avevo fatto ritirare i pochi scritti che il P. Francesco aveva portato con sé, ossia un Diario, fogli di annotazione ed alcuni valori che a giorni spedirò alla P.V.R.V.

Il corredo, cioè la cassetta d’ordinanza e due bauli, restarono a Cervignano nell’Ospedale di guerra n° 15, nel quale il compianto Padre aveva assunto servizio due giorni prima della ritirata. Nella relazione mandata al Rev.mo P. generale unii un foglio pel Rev.mo P. Clemente da Terzorio, nel quale ho dato le indicazioni necessarie per vedere se è possibile rintracciare qualcosa e in caso affermativo spedirò alla P.Vv.

I funerali riuscirono sollennissimi, la Giunta Municipale stampò un manifesto che venne affisso in tutti i luoghi di pubblicità, col quale invitava tutti i cittadini e le Associazioni Civili a prendere parte ai funerali.

Mons. Vicario Generale diramava uguale invito a tutte le Sacrestie; la Direzione di Sanità invitava gli ufficiali e soldati. Di modo che il giorno 23 novembre fu un trionfo di onori e preghiere pel defunto Confratello. Il Municipio aveva disposto per carro funebre di prima classe, il 6° Artiglieria inviò un picchetto armato che accompagnò il feretro fino al Cimitero, rendendo gli onori alla levata del cadavere, alla porta della Chiesa, al Sanctus della Messa a alla portata al Camposanto.

La processione funebre si apriva coll’Istituto delle Maddalene; venivano appresso tutti gli alunni del nostro Seminario Serafico in numero di 42. Poi seguivano i professori del Seminario Vescovile e subito dopo i Parroci ed il clero della città con una rappresentanza del Ven. Capitolo della Cattedrale.

I cordoni erano retti da me, dal maggiore Direttore di Sanità, da un capitano della Croce Rossa e da un Ufficiale del 6° Artiglieria. Il feretro era seguito da molti ufficiali e soldati; il trasporto dalla camera mortuaria al carro funebre e poi nell’interno della chiesa venne fatto a braccia dai sacerdoti militari. Il Cappellano Militare fece la levata del cadavere dall’ospedale alla chiesa, io cantai la Messa solenne assistito da due sacerdoti secolari. Mons. Vicario Generale diede l’assoluzione al tumulo: la Messa in canto venne eseguita dalla Schola Cantorum del nostro Seminario Serafico, diretta da un prete soldato.

Insomma tutti vollero colla loro partecipazione rendere un tributo di omaggio al nostro caro Confratello, per questo io ho scelto la Chiesa Parrocchiale di San Francesco d’Assisi, gentilmente messa dal Parroco a nostra disposizione, perché vastissima e perciò capace a contenere tutti gli intervenuti.

Al Cimitero disse alcune commosse parole un capitano di Sanità pieno di ammirazione pel sacrificio compiuto dal nostro caro Estinto.

Fu tumulato nel nostro sepolcreto al n° 2 colla dicitura:

Padre Francesco da Linguaglossa Cappuccino
Al secolo Rinaldi Pietro, della provincia di Messina
Tenente Cappellano della Croce Rossa
Morto il 20 novembre 1917

P. Domenico da Troina Ministro Provinciale

L’Araldo Lomellino del 23 novembre 1917 nel numero 43, narrando succinto quanto sopra, lodò lo zelo del P. Rinaldi il quale seppe apostolicamente sacrificarsi per la Patria.

(Circolare alla Provincia di P. Domenico da Troina)

Tratto da “ I Religiosi della Provincia di Messina al servizio della Patria come Cappellani militari e soldati nella prima e seconda guerra mondiale “

http://www.fraticappuccinimessina.org/public/documenti/I%20Religiosi%20della%20Provincia.pdf

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